Teatro

Il teatro comasco va in... “circuito”

Il teatro comasco va in... “circuito”

Per molti secoli, prima della comparsa di radio, cinema e televisione, il teatro ha costituito lo strumento fondamentale per rappresentare tutte quelle vicende che fanno da specchio alla poliedricità e alla drammaticità della vita umana. Non v’è dubbio che nel XX° secolo i moderni mezzi di comunicazione e spettacolo “riprodotto” abbiano contribuito a erodere, in varia misura, la popolarità del teatro. Le rappresentazioni dal vivo si avviano però a una vigorosa ripresa, anche grazie a scelte politiche capaci di ottimizzare gli sforzi. Ci riferiamo alle felici esperienze del Circuito Teatrale Lombardo, che testimonia validamente come l’Assessorato regionale alle Culture, Identità e Autonomie creda nel metodo della rete, in modo da permeare capillarmente il territorio con iniziative culturali coordinate, e nel principio della sussidiarietà, lasciando agli enti locali la massima libertà di gestione e limitando l’intervento della Regione al ruolo che le è proprio. Ieri è stato presentato, nel corso di una conferenza stampa, l’avvio della stagione 2005 per il circuito locale promosso dal Comune di Como, che si strutturerà sui teatri di Como, Cantù, Erba e Canzo. Tali comuni sono affiancati dalla Regione e dalla Provincia di Como. E questo non è che uno dei 7 circuiti locali che in tutta la Lombardia si fanno promotori di altrettante iniziative, componendo il superbo mosaico del Circuito Teatrale Lombardo. I singoli circuiti fanno capo non solo a grossi capoluoghi provinciali come Pavia o Cremona, ma anche a realtà minori come Legnano, Urgnano od Osnago. In totale, il contributo della Regione Lombardia per il Circuito Teatrale Lombardo è di 210.000 euro, dei quali 18.000 per il solo circuito comasco. A TUTTO SHAKESPEARE Le rappresentazioni dell’area di Como prenderanno il via sabato 15 gennaio al Teatro Sociale di Canzo con “Amleto avvisato, mezzo salvato”, una rivisitazione del celebre “Amleto” che William Shakespeare (1564-1616) scrisse a cavallo fra il 1599 e il 1600. Proprio il geniale inglese costituirà un po’ il filo rosso delle rappresentazioni comasche. «A Shakespeare - come ha specificato il consulente artistico Mario Bianchi - saranno dedicati ben 6 spettacoli su 13. E comunque i drammi saranno rielaborati in maniera sperimentale da attori non professionisti. Voglio ricordare ad esempio lo “Shakespeare Game” che si terrà al Teatro Sociale di Como il 30 aprile. In questa occasione, gli attori impersoneranno dieci famosi personaggi del drammaturgo inglese, che avranno come palcoscenico l’intero teatro, dai camerini agli scantinati. Saranno poi gli stessi spettatori che si sposteranno per l’edificio, scegliendo di assistere alla vicenda preferita tra quelle scaturite dalla penna di Shakespeare». Come sottolineato da Bianchi, quindi, la principale “star” dell’iniziativa sarà il drammaturgo vissuto sotto il regno di Elisabetta. Ma non dimentichiamo altre opere, come “Le Troiane” di Euripide (486-406 avanti Cristo), che venne rappresentata per la prima volta nel lontano 415 a.C. Un dramma che dopo 2400 anni vuol ancora far riflettere sulla tragedia della guerra, quella guerra che parve tanto assurda allo stesso Euripide, fra l’altro testimone diretto della tremenda Guerra del Peloponneso, e a cui si potrà assistere al Teatro Sociale di Como il 20 e 21 marzo. La dimensione sperimentale degli spettacoli è particolarmente cara all’Assessore alla Cultura del Comune di Como, Sergio Gaddi, che ha commentato: «In ambito teatrale ci si trova spesso a dover conciliare l’alta qualità con una difficile fruibilità da parte del pubblico. In questo senso, il teatro sperimentale aiuta senza dubbio a rinnovare l’interesse della gente». LE PROPOSTE DI ALBERTONI Anche l’Assessore alla Cultura della Provincia di Como, Edgardo Arosio, ha sottolineato che «il teatro, e in genere la cultura, costituiscono preziose manifestazioni da coltivare con assiduità». Infine, l’intervento conclusivo del prof. Ettore A. Albertoni, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, è stato omnicomprensivo, non solo ribadendo la filosofia-guida della politica culturale regionale, ma presentando interessanti proposte volte a favorire una migliore sinergia fra i più diversi enti motivati alla rivalorizzazione del settore teatrale. «Sono lieto di annunciare che fra pochi giorni, il 26 gennaio, si terrà a Milano, al Palazzo Stelline, la conferenza “La cultura in movimento per un nuovo Rinascimento Lombardo”. Vi si farà un bilancio delle politiche culturali portate avanti nella VII Legislatura Regionale (2000-2005) dall’Assessorato che ho l’onore di dirigere. Ribadisco come, da sempre, la Regione si caratterizzi come ente che programma, promuove, sostiene, ma non attua. Noi abbiamo sempre lasciato piena libertà d’azione agli enti locali. Esaminiamo le proposte che emergono dal territorio e, se meritevoli di attenzione, le sosteniamo con forza, ma sempre applicando il principio di sussidiarietà. Anche nel caso del Circuito Teatrale Lombardo è stato così. A tal proposito ricordo che abbiamo sostenuto, come centri di promozione delle manifestazioni, anche città che non vantano certo lo status di capoluoghi di Provincia. Il teatro, inoltre, ha sempre suscitato un particolare interesse da parte del mio assessorato. Esso ben si presta, come forma di spettacolo ‘dal vivo’, a sperimentare forme di cultura che non annoino, evocando vetrine polverose, ma sappiano invece divertire. Sarebbe però opportuno allargare di più le platee, coinvolgendo ad esempio le comunità montane. Ricordando che a fine mese verrà firmato un Accordo di Programma per il recupero dei teatri comaschi, vorrei proporre a tre delle maggiori associazioni culturali no-profit della città, cioè ‘La città dei balocchi’, ‘La famiglia comasca’ e ‘Parolario’, un loro coinvolgimento volto al restauro del glorioso Teatro Cressoni». La proposta dell’Assessore Albertoni ha trovato dopo poche ore un fulmineo riscontro, in quanto i responsabili delle tre associazioni menzionate, si sono detti disponibili. Poichè il recupero del Teatro Cressoni necessita di una accurata valutazione, per il momento l’inclusione delle tre associazioni nell’imminente Accordo di Programma avverrà nell’ambito di un’attività di ricognizione. Solo in tal modo si potranno stabilire, in primis, le effettive possibilità di acquisizione e di ristrutturazione dell’immobile, e in seguito, i migliori interventi attuativi.